I natali del Maltese si perdono nella notte dei tempi (Charles
Darwin ne stabilisce l’origine addirittura al 6000 a.C.), ragion per cui non è
possibile sapere come questa razza sia stata creata.
Il Dott. Cajus (1510-1573), nel descrivere le razze inglesi, sostenne che questo
piccolo cane dal candido mantello serico, era originario dell’isola di Malta,
donde il nome di Maltese (teoria successivamente condivisa da Pierre Mègnin).
In realtà il primo ad affermare che il Maltese ha avuto origine
nell’isola di Malta, anticamente chiamata Melita, fu Plinio il Vecchio (23-79
d.C.) nella sua opera “Storia Naturale”. La presenza nell’isola della razza,
all’epoca dell’impero romano, è confermata da Marco Valerio Marziale che dedicò
ad Issa, la cagnolina maltese di Publio, governatore di Malta , i versi:
“Issa è più delicata del passero di Catullo
Issa è più pura di occhio di colomba
Issa è più graziosa di qualsiasi fanciulla
Issa è più cara delle gemme del dito
Issa è la cagnetta delizia di Publio”
Tale teoria però è messa in discussione dal greco Strabone (63
a.C.-19 d.C.), secondo il quale Melita, come scrisse nella sua opera “Geografia”
è il nome di una antica città della Sicilia, dove veniva allevata una razza
molto pregiata di piccoli cani bianchi a pelo lungo, che egli chiamò “Canis
Melitensis”. Secondo
altri studiosi, invece, le origini del Maltese sono da ricercarsi nell’isola di
Melite (oggi Meleda) situata nel mar adriatico presso le coste della Dalmazia.
Evidentemente le ipotesi sulle origini del Maltese sono alquanto controverse, ma
è certo che la razza si sia sviluppata nel bacino del Mediterraneo, da dove si è
poi diffusa in tutto il mondo. Reperti archeologici rinvenuti in Egitto
inducono a ritenere che cani molto simili all’attuale Maltese, fossero già
presenti nella terra dei faraoni tra il 600 e il 300 a.C. Verso il 450 a.C., il
Maltese era molto diffuso e apprezzato in Grecia dove
era considerato di gran lusso, come testimonia Timone (V secolo a.C.) che narra
di come le ricche e raffinate signore di Sibari, città greca dell’antica Italia,
quando si recavano al bagno si accompagnavano a dei Maltesi. Ad Aristotele
appartiene la prima storia scritta che si conosca sul Maltese, la quale è datata
350 a.C. Circa cinquant’anni dopo, Teofrasto, nel descrivere il Greco elegante
ed edonista, scriveva:
<< Se gli muore un piccolo cane, lo sotterra e gli erige un
epitaffio con la scritta: “Era della razza di Malta”>>.
Nell’Italia romanica, il Maltese raggiunse il culmine della
popolarità sotto l’imperatore Claudio (41-54 d.C.) quando tutte le famiglie più
ricche e alla moda ne possedevano almeno uno.
Pare che Poppea ne possedesse vari esemplari di gran pregio. A quei tempi, si
credeva, inoltre, che il piccolo cane,che era chiamato anche il cane delle donne
romane, possedesse delle virtù terapeutiche: si credeva, infatti, che
appoggiandoselo sul ventre, il tepore del suo corpicino lenisse il mal di
stomaco.
Al seguito dei Romani, il Maltese raggiunse la Gallia Belga, come
dimostra il rinvenimento a Rognee, nei pressi di Walcourt, di tre statuette in
terra bianca raffiguranti cani Maltesi, contenute nelle tombe di bambini romani
del II secolo (Museo di Namur). Nel primo secolo a.C. il Maltese, attraverso la
“via della seta”, giunse fino in Cina, dove servì come moneta di scambio e come
dono ai dignitari dell’impero cinese e dove contribuì alla creazione delle razze
tibetane, con le quali presenta molte affinità. La fama del Maltese si mantenne
inalterata nei secoli successivi e lo ritroviamo rappresentato in arazzi
e dipinti del basso Medio Evo e del Rinascimento in Italia, immortalato da
artisti del calibro di Tiziano,Veronese, Carpaccio, Pietro e Antonio
Pollaiolo,in Francia ,nel famoso arazzo della
Dama con il liocorno, conservato nel Museo di
Cluny a Parigi, così come lo ritroviamo riprodotto dal pennello di pittori
fiamminghi, tedeschi, olandesi e spagnoli, quali Memling, Durer, Bruegel, Van de
Venne, Goya e Rubens. Verso il 1520, sotto il regno di Enrico VIII, il Maltese
sbarcò sulle coste dell’Inghilterra, dove divenne presto popolare, grazie alla
regina Maria Stuarda (che aveva importato alcuni soggetti da Lione) la quale lo
ebbe come suo cane prediletto. Gli Inglesi, in effetti, credevano che il
mantello del Maltese preservasse dal freddo e dall’umidità; credenza, a quanto
pare, tramandatasi fino ai nostri giorni, dato che non è raro trovare
oltre Manica guanti e scialli di pelo di Maltese. Enrico III, re di Francia dal
1574 al 1589, fu follemente innamorato del Maltese, che scoprì un giorno a
Lione. Scrive Pierre de Lestolle, suo contemporaneo:
“Novembre 1575. Egli se ne va in carrozza, con
la regina, sua sposa, per le strade e le case di Parigi, a cercare quei piccoli
cani damerini. Pare che vada in tutti i monasteri femminili che si trovano nei
dintorni di Parigi per fare ugualmente incetta dei cagnolini, con grande
rincrescimento e dispiacere delle dame alle quali i cani appartenevano”.
Mentre Jacques Auguste de Thou, ci riferisce dello scandalo
suscitato dalle ingenti spese del re per i suoi Maltesi:
“Il re, dopo essere rimasto per qualche tempo
nel Borbonese, andò a Lione per essere vicino ai suoi due favoriti che
avanzavano ognuno con un’ armata:Joyeuse dalla parte dell’Auvergne e del
Gèvaudan, ed Epernon attraverso la Provenza. Mentre era a Lione, tranquillo come
se tutto il reame godesse di una pace perfetta, riunì quei piccoli cani ai quali
si era molto affezionato in quella città.Tutti quanti furono molto sorpresi nel
vedere un re di Francia, nel bel mezzo di una guerra così terribile e in una
penuria estrema di denaro, dedicare a simili piaceri tutto il tempo che aveva a disposizione e tutto il denaro che poteva raccogliere
(...).
Egli spendeva ogni anno più di centomila scudi
d’oro per quei piccoli cani di Lione e manteneva alla sua corte, elargendo
notevoli emolumenti, una moltitudine di uomini e donne che non avevano altro
compito se non quello di nutrirli (...).
Ma il culmine della popolarità il Maltese lo raggiunse nel 1800
quando era diffuso in tutta Europa. E’ interessante sapere che il grande
Giuseppe Verdi (1815-1901) ebbe con se un Maltese di nome Loulou per il quale
nutriva una vera e propria adorazione e che anche il critico Francesco De
Sanctis ebbe molto caro un Maltese. Oggi
il Maltese è presente e ben allevato in ogni parte del mondo, ma il primato
numerico è detenuto dalla Gran Bretagna, dagli U.S.A. e dal Giappone. In Italia,
a cui la Federazione Cinologica Internazionale ha assegnato il patronato, la
razza è allevata
con grande cura e lungimiranza e soggetti di allevamenti
Italiani sono presenti e mietono successi nelle più importanti esposizioni del
Mondo.
|